DVORAK: Quintetti op.97 & op.81

Dopo il grande successo ottenuto dall’integrale dei quartetti per archi di Antonín Dvorák pubblicata di recente dalla CPO, il Vogler Quartet continua la sua esplorazione della produzione del grande compositore boemo. Nel corso della sua carriera, Dvorák compose oltre 40 opere cameristiche. Sebbene questo ambito sia ampiamente dominato dai suoi 14 quartetti per archi, Dvorák si dedicò con profitto a quasi tutti gli organici strumenti più in voga ai suoi tempi, una vera e propria opera di apostolato in favore della cameristica, che tra i compositori contemporanei trovò un degno paragone solo in Johannes Brahms. La prima esecuzione londinese del suo Quintetto per archi e pianoforte op. 81 contribuì a dargli una vasta fama a livello internazionale. In particolare, il primo tempo di questo splendido lavoro è considerato tra i movimenti in forma-sonata più emblematici scritti dopo Beethoven. I primi successi ottenuti da Dvorák nel campo della composizione dimostrano il suo grande interesse per i canti e le danze dei nativi americani e degli afroamericani, come si può facilmente notare dalla sua opera più famosa, la sua ultima sinfonia intitolata “Dal Nuovo Mondo”. Questo capolavoro fu seguito da due composizioni cameristiche di grande interesse, vale a dire il Quartetto in fa maggiore per archi (il “Quartetto Americano”) e il Quintetto in mi bemolle maggiore per archi e pianoforte op.97 presentato in questo disco. Se il primo rientra – giustamente – nel novero delle opere più famose ed eseguite del grande compositore boemo, il Quintetto op. 97 è invece ancora largamente sconosciuto, un fatto che trova spiegazione anche nelle sue caratteristiche stilistiche. Lo stesso Dvorák definì questi due lavori cameristici «le mie opere più belle e più originali».