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Folias - musica per arciliuto e chitarra
Esecutore: Andrea Damiani, arciliuto e chitarra
Autore: N/A
Numero dischi: 1
Barcode: 8029582123138
EL022311
2004-03-01
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Musiche di Giovanni Paolo Foscarini, Antonio Flamini Marchetti, Santino Garsi da Parma, Anonimo, Lorenzino del liuto, Stefano Pesori, (?) Onori, Arcangelo Lori, Giuseppe Baglioni, Gerolamo Kapsberger
Palazzo Ricci a Macerata, corre l'anno 1625, è Carnevale. In tanti, nobili e notabili della città sono riuniti in attesa di Giovanni Paolo Foscarini, il sommo virtuoso della chitarra battente. Foscarini è a Macerata da qualche giorno, nessuno sa perchè e quanto si fermerà. Nell'ambiente si favoleggia sulla sua straordinaria abililità di strumentista, sui suoni che solo lui riesce a produrre, sulle sue composizioni, ora gioiose ora struggenti, capaci di toccare anche gli animi più ostili. Si dice che abbia accettato l'invito ad esibirsi in casa della famiglia maceratese e tutti sono li ad aspettarlo. Sembra che la chitarra nelle sue mani abbia il potere della Lira d'Orfeo, che possa incantare serpenti o far mansuete le belve più feroci, che il canto delle sirene si produca dalle corde sotto il tocco delle sue dita. Una carrozza giunge a Palazzo, una figura avvolta in un mantello si presenta alla porta e viene accompagnata al piano superiore. Chiede di essere portato al caldo, solo per pochi istanti, perché possa riscaldare le sue mani.
Entra nella sala della musica e tutti gli occhi gli sono addosso, ecco la riverenza agli ospiti. Si siede ed accorda la chitarra, l'accarezza come a riscaldarla ed inizia a suonare.
Pochi istanti e tutti vengono rapiti da un'emozione sconosciuta, gli accordi si susseguono sgranati sul basso della Follia de Spagna. Quel nuovo modo di suonare, mai ascoltato a Macerata, crea emozione. Si trattengono i respiri e subito si dimentica la noia della lunga attesa.
Palazzo Ricci a Macerata, corre l'anno 1625, è Carnevale. In tanti, nobili e notabili della città sono riuniti in attesa di Giovanni Paolo Foscarini, il sommo virtuoso della chitarra battente. Foscarini è a Macerata da qualche giorno, nessuno sa perchè e quanto si fermerà. Nell'ambiente si favoleggia sulla sua straordinaria abililità di strumentista, sui suoni che solo lui riesce a produrre, sulle sue composizioni, ora gioiose ora struggenti, capaci di toccare anche gli animi più ostili. Si dice che abbia accettato l'invito ad esibirsi in casa della famiglia maceratese e tutti sono li ad aspettarlo. Sembra che la chitarra nelle sue mani abbia il potere della Lira d'Orfeo, che possa incantare serpenti o far mansuete le belve più feroci, che il canto delle sirene si produca dalle corde sotto il tocco delle sue dita. Una carrozza giunge a Palazzo, una figura avvolta in un mantello si presenta alla porta e viene accompagnata al piano superiore. Chiede di essere portato al caldo, solo per pochi istanti, perché possa riscaldare le sue mani.
Entra nella sala della musica e tutti gli occhi gli sono addosso, ecco la riverenza agli ospiti. Si siede ed accorda la chitarra, l'accarezza come a riscaldarla ed inizia a suonare.
Pochi istanti e tutti vengono rapiti da un'emozione sconosciuta, gli accordi si susseguono sgranati sul basso della Follia de Spagna. Quel nuovo modo di suonare, mai ascoltato a Macerata, crea emozione. Si trattengono i respiri e subito si dimentica la noia della lunga attesa.
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